Articolo di Simona Zazzetta tratto da farmacista33.it

È prevista per oggi la discussione, in Consiglio comunale del piano per la dislocazione delle 29 nuove sedi farmaceutiche messe a concorso per la città di Palermo, ma sulla delibera pesano le sentenze del Tar, le variazioni richieste dall’Ordine provinciale dei farmacisti ma non apportate e il rischio di commissariamento sollecitato da farmacisti che hanno fatto richiesta di decentramento. «Il Comune auspica che il piano una volta approvato non venga impugnato» spiega a Farmacista33 Antonino D’Alessandro presidente provinciale dell’Ordine dei farmacisti «e una volta ubicate le sedi previste dal piano, si è impegnato a realizzare nel 2015 una revisione della pianta organica, per individuare altre 6 nuove sedi, a fronte di un aumento della popolazione, con uno studio del territorio per allocare le richieste di decentramento avanzate da alcuni farmacisti. Ma il piano che andrà in Consiglio» aggiunge D’Alessandro «è quello approvato nel 2012 dall’allora commissario Latella e non quello rivisto dal sindaco Orlando subentrato successivamente in carica. Noi, nella competenza consultiva che ci spetta, abbiamo dato parere positivo per alcune zone e negativo per altre, indicando alcune modifiche da apportare. Ma se verrà deliberato senza quelle modifiche, il piano rischia di essere oggetto di altri contenziosi e impugnazioni da parte di farmacisti, che rallenterebbero ulteriormente il lavori». Intanto, la Regione si avvia a ultimare la graduatoria regionale dei candidati per le 222 nuove farmacie nell’Isola e conta di renderla pubblica all’inizio di dicembre. Se a quella scadenza il “Piano farmacie” di Palermo non si sarà sbloccato il rischio è che i primi in graduatoria non potranno accedere alle sedi palermitane che invece, una volta sbloccate, andrebbero ai candidati in posizione meno favorevole nella graduatoria. Inoltre, ha sottolineato D’Alessandro, «se il piano non verrà approvato entro l’anno scatterebbe il commissariamento, ma pensiamo che il Comune abbia interesse ad arrivare a una delibera e in caso di modifiche il Comune dovrà comunicarcele».