Concorso straordinario Lazio, aprire o no la farmacia? Il parere degli avvocati
Articolo di Attilio Burke tratto da farmacista33.it
Fine marzo è il primo periodo papabile che potrebbe segnare la fine dell’odisseico concorso straordinario per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche nel Lazio. Si parla di fine marzo perché, anche se di fatto i ricorsi contro la graduatoria verranno discussi il 28 febbraio, prima che venga reso noto l’esito passerà ancora un mese.
Tuttavia, questo in realtà risulterebbe essere solo il primo di più step che dovrebbero portare alla chiusura del ciclo “ricorsi in concorso” perché poi, sempre per i ricorsi sulla graduatoria, sarà necessario procedere – come di consueto – al “secondo tempo” al Consiglio di Stato, per non parlare della possibilità che uno o più di questi ricorsi vengano accolti con conseguente ulteriore dilazionamento sulle tempistiche.
Se ne è parlato in occasione dell’incontro “L’assegnazione definitiva delle sedi farmaceutiche (laziali) e le problematiche connesse”, organizzato dall’Ordine dei farmacisti di Roma in collaborazione con il Centro Italiano di orientamento sanitario e la Croce Rossa Italiana, nell’ambito dei corsi Ecm per farmacisti, con lo scopo di chiarire agli interessati cosa accadrà nel prossimo futuro: «L’Ordine di Roma è al fianco dei vincitori del concorso perché le farmacie devono essere aperte al più presto per garantire il servizio pubblico che è carente in questo momento – ha ribadito il presidente Emilio Croce in apertura – abbiamo scritto al presidente della Regione ma tutt’oggi non abbiamo avuto risposta».
A cercare di rendere più accessibili a chi non è un esperto burocrate gli aspetti più intricati del concorso sono stati gli avvocati Gustavo Bacigalupo, Paolo Leopardi e Stefano Lucidi, e l’ex Presidente di Sezione del Consiglio di Stato Giuseppe Faberi in un intervento straordinario. Da quanto è emerso durante la serata sembrerebbe che a dover preoccupare maggiormente i vincitori non siano tanto i discussi ricorsi sulle sedi sub judice di Latina che «torneranno in pista e resteranno agli assegnatari» quanto più quelli sulla graduatoria che verranno discussi a febbraio e «rischiano di avere un vero e proprio effetto atomico – afferma Bacigalupo – il vero problema deriverà dall’eventuale accoglimento di uno o più ricorsi contro la graduatoria perché in tal caso il rischio è quello di dover riavviare tutti gli interpelli e annullare tutte le assegnazioni.
Si può dire che le graduatorie sono continuamente “sub judice” mentre delle sedi sub judice nessuna rischia seriamente di essere espunta da quelle assegnate”. Nel caso in cui, dunque, un ricorrente che si è piazzato al 70esimo posto vincesse il ricorso e arrivasse al 50esimo, una delle possibilità sarebbe quella di vedere ribaltata tutta la graduatoria. Una seconda alternativa «potrebbe essere quella di lasciare come tale la graduatoria per i primi 49 assegnatari e cambiare solo la seconda parte», commenta Bacigalupo.
A proporre una possibile risoluzione più soft all’eventuale vincita di questi ricorsi è Faberi, secondo il quale «la soluzione potrebbe essere quella di ricorrere a misure compensative” per l’eventuale vincitore di ricorso, ovvero non sconvolgere nuovamente tutto, ma “creare” una nuova situazione “premiante” che porti a condizioni più favorevoli il ricorrente vincitore senza andare ad intaccare la classifica, ad esempio inventandosi una titolarità nuova in una farmacia che non esisteva prima». A infondere ulteriori dubbi sulle tempistiche è una farmacista che, dalla platea, ricorda che ci sono altri 4 ricorsi al tar per motivi aggiunti per i quali non è stata ancora fissata una data di discussione.
La domanda alla quale i vincitori presenti in via Toscana vorrebbero trovare una risposta è solo una: possiamo aprire la sede vinta? Ma con i ricorsi che pendono come una mannaia sulle farmacie già assegnate diventa complicato dare una risposta rassicurante. Tanto più che alla domanda «cosa succede se investiamo i nostri soldi per aprire la farmacia, magari lasciando un secondo lavoro, e poi la graduatoria viene sconvolta?
Abbiamo diritto a un’indennità di avviamento?», l’avvocato Bacigalupo si vede costretto a ricordare che «quando la gestione è “di fatto” non genera diritti, l’indennità di avviamento scatta solo a carico di chi subentra a un titolare definitivo in caso, ad esempio, di morte». Tuttavia, per quanto le premesse sembrino essere ampiamente negative, la sensazione è che un suggerimento sommesso sia quello di aprire e di andare avanti, d’altra parte non può che rimanere vivo un interrogativo: se tutti gli assegnatari aprissero la farmacia vinta e successivamente qualche ricorrente vincesse, veramente la Regione sarebbe pronta a ribaltare tutto e a far chiudere tutte le nuove sedi già avviare?