Concorso Lazio, Pennacchio (Latina):
fermo fino a febbraio 2017 in attesa del Consiglio di Stato
Articolo di Attilia Burke tratto da farmacista33.it
È nuovamente bloccato il concorso straordinario per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche nel Lazio e con ogni probabilità bisognerà aspettare fino a febbraio per avere ulteriori elementi per procedere. A dirlo è il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Latina Roberto Pennacchio, che a Farmacista33 spiega che queste sarebbero le implicazioni dell’ultima sentenza del Tar Lazio-sez. Latina, il cui testo è stato depositato il 29 giugno. Il Tar lo si ricorda, ordina alla Regione Lazio di rispettare un precedente giudizio con cui erano state annullate le 7 sedi sub judice del comune di Latina. Ricapitolando: nel 2013 con 2 sentenze del Tar di Latina l’istituzione delle 7 sedi viene annullata.
Tuttavia, le sentenze vengono impugnate, esiste dunque la possibilità che il Consiglio di Stato possa riammettere queste sedi nel sistema concorsuale del Lazio. Nel frattempo, però, nonostante il giudizio di appello pendente, la Regione Lazio, con un provvedimento del 26 febbraio 2016 dà corso all’interpello per 274 sedi farmaceutiche comprese le 7 di Latina. Tuttavia, dopo l’interpello, un farmacista di Latina fa ricorso al Tar che viene accolto e il 9 giugno, e con un’ordinanza del Tar Lazio-sez. Latina, viene sospesa l’assegnazione delle 7 sedi sub judice del comune. Il 29 giugno arriva l’ordine del Tar che congela nuovamente tutto. A questo punto, «non rimane che annullare gli interpelli in attesa che a fine febbraio 2017, salvo ritardi di carattere burocratico, si pronunci il Consiglio di Stato (in merito alle 2 sentenze originarie) – afferma Pennacchio – Tutto il concorso è in stand-by. Se il Consiglio di Stato darà ragione al Tar, tutti gli elementi del concorso andranno rivisitati.
A mio avviso, non c’è dubbio che le sedi di Latina vadano aperte, ma bisogna vedere con quali criteri demografici. In realtà – prosegue Pennacchio – i ricorsi a Latina erano stati fatti per 4 sedi, non per 7, e tutti per motivi diversi: un ricorso è stato fatto per un vizio normativo, un altro perché qualcuno sosteneva che, in una determinata zona, ci fosse già un eccesso di sedi e così via. Ogni ricorso aveva un titolo a sé. Poi, nel momento in cui viene fatto ricorso su 4 sedi nel medesimo territorio comunale, il problema si trascina anche sulle altre 3». Di una cosa è certo il consigliere dell’Ordine dei farmacisti di Roma Maurizio Bisozzi, ovvero che «l’esame dei ricorsi andava fatto almeno sei mesi prima della graduatoria finale, perché quando viene accettato un ricorso tutta la graduatoria va rivista. Il rischio di aprire ora una farmacia assegnata è di ritrovarsi a non possedere più quella sede dopo un’eventuale revisione della graduatoria, per questo motivo potrebbe esserci una vera e propria paralisi di tutte le assegnazioni». Secondo il consigliere dell’Ordine c’è un vizio di forma procedurale che andava individuato e corretto da subito: «Non era la Giunta comunale ma il Consiglio comunale a dover individuare le nuove sedi e la Regione avrebbe dovuto indicare dal principio che era stato fatto un errore di forma».
Nel frattempo, alla Regione non resta che cercare di districarsi tra le varie diffide, una che impedisce alla Regione di procedere con l’assegnazione delle sedi fino alla pronuncia della magistratura, l’altra, da una cordata di vincitori, che sollecita l’assegnazione delle sedi e che ha organizzato una mobilitazione presso la sede del Consiglio Regionale Lazio. Mercoledì mattina alle ore 10, così si apprende da un appello inviato dai farmacisti vincitori in attesa delle sedi, si concentreranno davanti al palazzo per «chiedere le motivazioni del mancato rilascio delle determine di assegnazione definitiva» e per l’occasione chiedono la partecipazione, tra gli altri, dei colleghi in graduatoria, del presidente e dei consiglieri dell’Ordine dei Farmacisti di Roma.