Domenica 15 novembre ho tenuto un piccolo incontro con i nuovi titolari di farmacia, vincitori del concorso in Piemonte. E’ stato un piacevole momento di confronto nel quale ho cercato di esternare ciò che io intendo per “farmacia nuova” e non semplicemente per “una nuova farmacia”.
Finché parlavo osservavo i volti, le posture e gli sguardi dei colleghi e ho notato qualcosa di diverso da tutti gli altri corsi che ho tenuto: lo sguardo. Non era solo il brillare degli occhi di chi ha finalmente raggiunto il proprio sogno, ma c’era di più.
Nonostante mi fossi complimentato con gli intervenuti per il coraggio di voler fare impresa in momenti così particolari, nonostante cercassi di comunicare la necessità di un nuovo approccio all’essere farmacista titolare, nonostante avvertissi che non sarà per nulla facile, nei loro occhi non c’era timore ma invece mi trasmettevano forte convincimento e determinazione.
Questi nostri colleghi non sono divenuti titolari come semplice conseguenza di un percorso (qualcuno ha lasciato un posto di lavoro sicuro e ben remunerato) o perché è nella logica di qualunque farmacista, ma sono pronti a dare battaglia, a scommettere sul loro futuro con la giusta “cattiveria agonistica”. A qualcuno, ogni tanto scappava detto “adesso ci siamo anche noi, non siamo qui per caso e non siamo stati contaminati dal passato”.
Mi sono divertito parecchio e ringrazio gli intervenuti per quello che loro mi hanno insegnato. Così, siccome ciò che si impara va condiviso, ho voluto scrivere queste righe per mettere in guardia chi pensa che la concorrenza sia solo il supermercato vicino o il vecchio collega che ha sempre fatto le stesse cose da anni. Quindi mi rivolgo:
- Ai figli di farmacisti che hanno vissuto le esperienze dei genitori e pensano che, come nel passato, la laurea sia il punto d’arrivo.
- A coloro che rifiutano a priori e che hanno perso il pregio dell’umiltà.
- A quelli che criticano continuamente…soprattutto chi si dimostra dinamico.
- A chi continua ad aprire la propria farmacia esattamente come l’ha aperta il giorno prima.
- A chi insiste a voler competere nella massificazione dell’offerta.
- Ai vecchi titolari ormai esausti, privi di stimoli e che non hanno più fame.
- A coloro che perdono tempo a rimpiangere il passato piuttosto che studiare il futuro.
- A chi rinnova la propria farmacia senza sapere esattamente perché lo sta facendo.
- A chi va ai corsi solo per acquisire i punti ECM
- A chi si lamenta perché gli aprono una farmacia vicino e finora non ha coltivato il proprio territorio.
- A chi confonde la professione con la professionalità e non accetta le diverse regole nei diversi ambiti della propria attività.
- A coloro che non accettano l’idea che la squadra vincerà sempre sul singolo.
- A tutti quelli che hanno capito che il mondo è cambiato ma continuano ad agire come prima perché accettarlo costa troppa fatica e mette in discussione il proprio ruolo.
- Infine, a tutti coloro che andranno a seguire i corsi di aggiornamento e formazione senza gli occhi affamati che ho visto domenica scorsa.